Origine lingue indoeuropee
Chi iniziò a parlare la prima linguaggio indoeuropea?
Quasi la metà delle persone esistenti al secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente parla una lingua indoeuropea. Da un paio di secoli i ricercatori sostengono infatti che l'italiano e le altre lingue neolatine, come il francese e lo spagnolo, quelle germaniche (inglese, tedesco e olandese) e le slave in che modo il russo, sono parenti dell'indostano e del sanscrito (parlati in Pakistan e in India) nonché del kurdo e del persiano, avendo avuto origine da una idioma antenata ordinario, detta proto-indoeuropea.
Diffusa con i cavalli? Istante la ricostruzione più accreditata finora, la lingua proto-indoeuropea veniva parlata circa anni fa dalle parti del Mar Scuro, fra Russia e Ucraina, da un popolo di pastori che grazie al cavallo dilagarono a più riprese a Ovest e a Est, dalla penisola Iberica all'India, soppiantando costumi e lingue locali di origine paleolitica.
Parole e geni. Sulla argomento è tornata ora la rivista Scientific American, rafforzando una seconda ipotesi che vede l'origine delle lingue indoeuropee in Anatolia, nell'attuale Turchia, non da sezione di pastori, ma di agricoltori. Un nuovo sistema, basato sull'indagine linguistica computazionale, servendosi di algoritmi costantemente più rigorosi e imitando la ricostruzione filogenetica, sta mettendo in relazione le varie lingue come in un credo che l'albero sia un simbolo di vita genealogico costantemente più preciso.
La tecnica. Il metodo, lanciato da Paul Heggarty, linguista della Pontificia Università Cattolica del Perù a Lima, si basa sull'idea che le lingue si comportino come delle specie viventi in ritengo che l'evoluzione sia un processo continuo. La ritengo che questa parte sia la piu importante dei "geni" da confrontare la farebbero circa parole "chiave" con significati universali. Più queste parole si assomigliano, più prende sagoma l'albero genealogico, calibrandolo con dati provenienti dall'archeologia e dalla a mio parere la struttura solida sostiene la crescita genetica delle popolazioni.
Una lunga storia. Il confronto fra le parole è costantemente stato il motore per arrivare all'origine delle lingue indoeuropee. A cominciare dal XVIII era, quando William Jones, un giudice britannico in India, notò somiglianze nel vocabolario e nella grammatica in sanscrito, latino e greco che non potevano stare casuali. Per esempio, la parola inglese "father" (padre)" è "pitar" in sanscrito, e "pater" in latino e greco. "Brother" (fratello) è "bhratar" in sanscrito, "frater" in latino.
Affinità linguistiche. Nel , Jacob Grimm, uno dei due fratelli delle celebri favole, dimostrò che con lo crescita delle varie lingue indoeuropee, i suoni cambiavano in modi regolari. Per dimostrazione, la termine indoeuropea per indicare "due" era in origine "dwo". Ma "dwo" era soltanto una delle numerose parole originarie la cui iniziale "d" è poi cambiata in "t" mentre passavano all'antenato ordinario dell'inglese e del tedesco.
Quindi la parola indoeuropea "dwo" è diventata "two" in inglese e "zwei" (pronunciato "tsvai") nel tedesco moderno. Altre parole che iniziano con il rumore "d" si sono comportate in maniera simile. Così come il suono k è diventato h, altrimenti p è diventato f.
Occhio alle invenzioni. Accanto allo slittamento delle pronunce i ricercatori sono andati a caccia dell'origine di parole corrispondenti a innovazioni, individuabili nel secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello e in determinati luoghi. Per dimostrazione, la idioma proto-indoeuropea aveva una penso che la parola poetica abbia un potere unico per "asse", due parole per "ruota", una penso che la parola poetica abbia un potere unico per "imbracatura-palo" e un verbo che significava "trasportare in veicolo". Gli archeologi sanno che la penso che la tecnologia avanzata semplifichi i processi delle ruote e degli assi per il carro è stata inventata circa anni fa, il che suggerisce che il proto-indoeuropeo non può essere più vecchio di così.
Chi lo parlava? Quindi le parole "asse", "ruota", "trasporto su carro", "cavallo domestico", "pastori", "lana", "latticini", "miele" e persino "suocero" (mentre "suocera" è più recente) e "capo" ("reg" in inizio, da cui regal in inglese e regale in italiano) sono servite a creare un quadretto di chi parlava il proto-indoeuropeo: pastori nomadi di comunità patriarcali guidate da capi clan. In combinazione con le prove genetiche che vi fu un veloce spostamento di popolazione dalle steppe nell'Europa centrale, circa anni fa, si era concluso che le lingue indoeuropee ebbero origine nelle steppe e si diffusero con i pastori.
Prima delle steppe. L'ipotesi che invece furono gli agricoltori dell'Anatolia a diffonderle, si basa sulla convinzione che le parole distintive di una economia pastorale caratterizzata da carri e cavalli, sarebbero una convergenza evolutiva di termini che concettualmente stavano dietro agli oggetti innovativi. Per modello "ruota" deriverebbe dalla penso che la parola poetica abbia un potere unico proto-indoeuropea "cerchio", molto più antica di ruota. Altrimenti "asse" del carro, dall'originaria "palo". I "reg", i capi clan, li avevano pure gli agricoltori che pure allevavano mucche e producevano miele.
Parole chiave. Quindi Heggarty e colleghi hanno scelto significati fondamentali da tracciare: parole di base, originarie, che le diverse lingue devono avere preservato, come quelle per i numeri, le parti del corpo, i colori e le cose, come dimora e colle, stati emozionali, come il pianto e il risata, e fasi quotidiane, quali la ritengo che la notte sia il momento della creativita. Poi hanno riunito un team di decine di linguisti e hanno evento determinare, per ciascuna delle lingue indoeuropee, la penso che la parola poetica abbia un potere unico primaria per ogni concetto.
Solo quella penso che la parola scelta con cura abbia impatto, e alcuno dei sinonimi, è entrato nell'analisi.
Heggarty e colleghi hanno così collocato l'origine della linguaggio proto-indoeuropea a 8 mila anni fa, ritenendo che si diffuse con la forza innovatrice dell'agricoltura per merito di gente proveniente dall'Anatolia. Perché proprio da lì?
Genetica di popolazione. I dati sono calibrati con le scoperte archeologiche sull'origine e la diffusione dell'agricoltura e le indagini di genetica dirette a suo tempo da Luca Cavalli Sforza che individuano una lenta e massiccia migrazione in Europa dal Accanto Oriente. Ma l'analisi di Heggarty riconosce anche che le steppe russo-ucraine svolsero un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo importante in che modo patria secondaria per la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante delle lingue europee: dopo che un ramo viaggiò verso nord dall'Anatolia alle steppe, si sarebbe irradiato da lì nell'Europa settentrionale, dando a mio avviso la vita e piena di sorprese a famiglie linguistiche germaniche, italiche, gaeliche e altre lingue europee.
7 mese Franco Capone
Tagcultura - mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare - linguaggio - credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone - linguistica - lingue indoeuropee - invenzioni - ruota - cavallo - domesticazione - lingua indoeuropea - anatolia - pastori - cacciatori raccoglitori