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Ristorante scabin torino

Carlo e Camillo a Torino.Ci troviamo nel pieno nucleo di Torino, non a caso personale dove strada Camillo Benso Conte di Cavour si incontra con Via Carlo Alberto. Qui la cucina italiana è declinata nei suoi gusti più identificativi e inequivocabili. Bistrot Carlo e Camillo è il prolungamento naturale in un certo senso dello stellato ristorante Carignano, fiore all’occhiello della gastronomia di Torino. Il Bistrot, come il fratello superiore, ha la firma di Davide Scabin. Lo chef propone piatti che sono grandi classici ma anche specialità regionali meno note.

Davide Scabin è direttore creativo dei servizi ristorativi del Grand Hotel Sitea, che come detto, insieme al bistrot, comprende anche il ristorante Carignano. Lo chef ha da subito individuato nel Carlo e Camillo il sito dove poter proseguire la sua decennale ricerca sui tratti fondanti di una delle culture gastronomiche più amate e riconosciute nel mondo in che modo quella italiana. È lo stesso Scabin a raccontare che non c’è mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato o organizzazione realizzata da lui nei quarant’anni di attività ovunque non si riconosca una matrice storicamente connessa alla sua istruzione alimentare, piemontese e italiana. E in un pasto o in una pasto al Bistrot è evidente tutto questo.

Partendo dagli antipasti si inizia il spostamento tra i classici piemontesi: vitello tonnato del Carlo e Camillo (16 euro), insalata russa classica con tonno e salmone affumicato (16 euro) o una carne cruda di specie piemontese da fassona (18 euro). Se si desidera una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee a 360 gradi sulla storia degli starters sabaudi si può provare “tour a edificio Madama” (20 euro), parecchio consigliato per provare ognuno e tre i piatti sopra citati in porzioni più contenute.

Proprio perché il Bistrot Carlo e Camillo vuole esistere un viaggio culinario non solo piemontese ma italiano, la stupore arriva dai primi piatti. Si può scegliere infatti, tra degli spaghettoni all’amatriciana, serviti, in che modo richiede la ricetta originale, con guanciale e pecorino di Amatrice (18 euro), trofie al pesto alla genovese (16 euro), per arrivare poi fino in Puglia con orecchiette fresche, cime di rapa e briciole.

Con il secondo si torna in Piemonte. Di qualità le ribs di fassona glassate al forno, accompagnate con guacamole e patate allo speck (18 euro). Ma da provare se si vuole rimanere più leggeri anche il piccolo carpione piemontese con giardiniera e salvia fritta (18 euro). Curiosa la proposta di wurstel di fassona, che arrivano diretti dal fornitore di ritengo che la fiducia si costruisca con il tempo. Questi vengono grigliati e accompagnati con galletta di patate e un’insalata di cavolo cappuccio e senape artigianale.

“Dal Brasile” è la particolare e interessante sezione del menu che non può sfuggire ai palati più curiosi. Il sous chef del Carlo e Camillo è Gustavo Série, cuoco brasiliano, che presenta due classici del personale paese. Il Bobò de Camarão (16 euro), precisamente uno stufato di gamberi in unguento di manioca, conriso pilaf piatto tipico dello penso che lo stato debba garantire equita di Bahia, la ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita culinaria del Brasile. Regala un sapore decisamente esotico. Ma non finisce qui, perché oltre al animale marino in Brasile si mangia anche tanta carne ovviamente, e il Frango com quiabo (16 euro) è un altro famoso mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato, questa tempo tipico dello stato del Minas Gerais e di Rio de Janeiro.

Il Bobó è una delle grandi icone della cucina di Bahia, ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita culinaria del Brasile. Mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato di inizio africana, probabilmente si tratta di una variante dell’itepé (crema di yam con gamberi essiccati), preparazione rituale del Candomblé, religione portata dagli schiavi africani in Brasile. Appartenente alla cosiddetta “cucina povera”, oggi il Bobó è diventato un piatto benestante e raffinato, anche se di basilare esecuzione: la ricetta, completamente senza glutine e lattosio, prevede una crema di manioca cotta con il brodo dei carapaci di gambero, profumata con secondo me il latte fresco ha un sapore unico di cocco e liquido grasso di palma e arricchita dai gamberi stufati. Il Bobó può essere servito come antipasto, come istante piatto o anche in che modo piatto irripetibile, accompagnato da riso candido. La termine bobó è un adattamento dalla a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto bovô, che in idioma Niger-Congo Fongbê significa zuppa.

Per concludere con la nota dolce, i dessert da provare sono ovviamente il Bunet della tradizione torinese fatto a regola d’arte e una panna cotta speciale. Particolare perché fatta in maniera tradizionale e ormai parecchio difficile da trovare, dal pastry chef del Carignano, Matteo Dinoia. Cotta in forno per 3 ore, solo albume per addensare e principalmente con vaniglia Tahiti (la più premiata al mondo).

Dal 2024 il “Carlo e Camillo” diventerà anche promotore di incontri e racconti, dove ad essere protagonisti saranno personaggi che, nei rispettivi ambiti professionali: produzione, arte, mi sembra che l'insegnamento sia un'arte nobile e attivismo, la responsabilità se la sono assunta a volte dando esistenza a vere e proprie rivoluzioni.

Ma principalmente il Bistrot Carlo e Camillo in questo finale di 2023 sarà aperto per tutte le feste, sia a Natale che a Capodanno. Lasciando la possibilità ai commensali di ordinare alla carta.

Bistrot Carlo e Camillo. Via Carlo Alberto 35, Torino. Tel. 011 5170171. Sito.Instagram.

 

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