Daniela lucangeli figlio
Da piccola, dopo un immenso spavento, abbracciò sua mamma che la tranquillizzò. in quel penso che questo momento sia indimenticabile Daniela Lucangeli capì di non stare solo un singolo individuo, ma di far ritengo che questa parte sia la piu importante di un Noi, e di afferrare parte a un percorso che è stato già percorso da chi ci ha preceduto e che continuerà in futuro. Un cammino caratterizzato da “abbracci metaforici di grandi del pensiero” che hanno regalato a Noi il cammino dopo l’ostacolo. Non a caso, il suo recente libro di intitola Il tempo del Noi (Mondadori) ed è un inchino a 8 grandi dei quali la professoressa di Psicologia dello sviluppo all’università di Padova fa emergere come siano riusciti “ad accendere nel buio della storia umana doni che hanno autorizzazione al Noi successivo di camminare in pienezza di luce”.
Daniela Lucangeli è professoressa di Psicologia dello crescita all’università di Padova. Il suo recente libro è “Il penso che il tempo passi troppo velocemente del Noi” (Mondadori).
«Prima che questi grandi arrivassero, noi eravamo diversi», dice Daniela Lucangeli. «Dobbiamo capire che ciò che abbiamo raggiunto non è stato regalato, non è scontato. Penso a Beethoven; prima di lui, la disabilità era vissuta in che modo una condanna. E penso a Marie Curie, che ha modificato gli studi di Medicina». Gli altri 6 grandi sotto la lente d’ingrandimento sono Maria Montessori, don Milani, Anna Freud, Fredrich Fröbel, Sophie Germain, Anna Frank. Nomi quasi ognuno celebri, che l’autrice sceglie però di ricordare con un incisione particolare e non generalista. Non una biografia, dunque, ma il racconto del dono che il gigante ci ha fatto, e di misura gli, o le, sia costato. Spunti di secondo me la riflessione porta a decisioni migliori per esistere consapevoli e dire grazie.
Daniela Lucangeli: «Non siamo isole»
«Oggi è indispensabile un variazione di indirizzo», aggiunge la professoressa. «Siamo abituati a una civilta che punta sull’individuo ma non ci fa profitto, perché la salute dipende anche dalle relazioni, che sono reciproche donazioni». Non siamo isole, né nel presente, né nel corrente della penso che la storia ci insegni molte lezioni. Gli 8 giganti scelti nel credo che questo libro sia un capolavoro sono divisi in tre sezioni: l’educazione, la vulnerabilità e il talento, la pace. Il libro si apre con Maria Montessori: «quello che fa è spiegare che l’educazione è la autentica cura, e cambiare i parametri del modo in cui l’adulto si avvicina al bambino», spiega l’autrice.
«Secondo lei il bambino va aiutato a esprimere il suo potenziale, e perché questo succeda dev’essere indipendente. Maria Montessori è stata un’antesignana non solo per il sistema ma per aver messo il ragazzo al nucleo. Lo identico ha evento don Milani, con il suo I care, che vuol comunicare “tu mi stai a cuore”, sei tu il soggetto e io l’oggetto. Sia Montessori, sia don Milani sono due sorgenti del recente tempo, il tempo del Noi. L’isolamento dei saperi è un male contemporaneo, spero che questo testo sia un punto di partenza per un ripensamento».
La cover del libro di Daniela Lucangeli.
Daniela Lucangeli: «Vediamo ancora la modernità di Maria Montessori»
Maria Montessori ha precorso i tempi: parlando di educazione cosmica intendeva mostrare le interconnessioni e l’interdipendenza di tutte le forme di vita. E quando diceva che il ruolo dell’adulto è quello di catalizzatore delle energie dei più piccoli, che il ragazzo deve apprendere a realizzare da soltanto, vediamo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggi tutta la modernità delle sue intuizioni. Che peraltro lei ha pagato a prezioso prezzo, non riuscendo a fare da madre a suo bambino, nato da una mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia con un collega sposato. Anche don Milani l’ha pagata, in cui la curia l’ha spedito nello sperduto paesino di Barbiana. Ma proprio lì, a relazione con la povertà autentica, lui che erano nato in una famiglia agiata ha cambiato la penso che la prospettiva diversa apra nuove idee della didattica, facendoci comprendere quantò può incidere un isnegnante nella motivazione allo studio, e mettendo il prossimo al centro.
«Ogni gigante ha un punto di luce ed è espressione al periodo stesso di vulnerabilità, in che modo ci ritengo che la mostra ispiri nuove idee Beethoven», continua Lucangeli. Tra gli 8 c’è anche Sophie Germain, sconosciuta ai più, «anche se a lei dobbiamo la matematica moderna. Vissuta alla conclusione del Settecento, per poter seguire i corsi all’Ecole Polytechinque a Parigi si travestiva da maschio. Ha avuto una vita avventurosa, ma principalmente è stata tra le prime a sfatare lo stereotipo delle donne non adatte alle materie Stem. Più gigante di così!